Lo sviluppo di canneti lungo le sponde dei corsi idrici o degli specchi d’acqua viene spesso ostacolato, o addirittura impedito, da diversi fattori (condizioni del terreno, corrente, profondità dell’acqua, livelli idrici variabili, onde, ecc.); grazie all’impiego di particolari sistemi è possibile ottenere l’inerbimento e il consolidamento di piante elofite spondali e di canneti in luoghi a rischio con vegetazione rada. Tra le tecniche utilizzabili si annoverano la messa a dimora di piante singole o l’acquisizione di zolle con piante, che poi vengono trasportate e collocate nelle zone desiderate.

Le tecniche tradizionali consigliate dall’ingegneria naturalistica sono la copertura diffusa con culmi di canna o il rullo spondale con zolle di canna. In ambedue i casi è necessario raccogliere il materiale vivo nelle aree in cui vegeta e andare a operare in prossimità o nell’acqua, nella zona in cui il materiale va installato.

All’estero questa tecnica è da tempo in discussione poiché si sottraggono zolle ad ambienti ancora efficienti per ristabilizzare ambienti già danneggiati.

Anche quando le misure costruttive servono a “salvare” o mantenere gli strati di vegetazione esistenti, il problema dello stoccaggio provvisorio e della successiva applicazione sui versanti o sulle superfici è estremamente serio e rischioso per quanto riguarda il successo dell’attecchimento. Un ulteriore vincolo è legato alla stagionalità dell’intervento e al rischio di erosione dei substrati nel periodo di consolidamento della vegetazione, per gli impianti eseguiti nell’acqua e per la forza di resistenza delle piante ancora non radicate contro la corrente e le onde (risucchio e rigonfiamento).

Per far fronte a queste situazioni abbiamo sviluppato le biostuoie vegetate a elofite Armaflor®.

Originariamente sono state ideate per l’uso in aree con vegetazione insidiata dall’acqua o stressata da altre situazioni. Spesso oggi vengono richieste per ottenere un “pronto effetto” su specchi d’acqua che non evidenziano rilevanti problemi di insediamento vegetale, così come avviene con i rulli di prato.

Le biostuoie, originariamente a Phragmites, sono state poi sviluppate in diverse varianti per meglio adattarsi ai singoli tipi di bacini idrici, alle caratteristiche e alle condizioni del luogo. Le biostuoie vegetate a elofite Armaflor® sono preparate con lunghezze di 5 metri e larghezza standard di m 1 (ma altre misure sono disponibili su richiesta). La stuoia funziona da supporto vegetativo ed è composta da un involucro in biotessile di cocco (400 g/m2).

L’impiego di un sistema tessuto-stuoia permette di ottenere risultati migliori nella completa radicazione delle piante grazie alla maggiore graffatura e e all’intreccio dei singoli sistemi radicali con il supporto vegetativo. Normalmente le biostuoie vegetate a elofite Armaflor® richiedono un periodo vegetativo in vivaio per radicarsi completamente e uniformemente così da essere poi messe in opera sui versanti ove scorre dell’acqua.

Esse vengono utilizzate soprattutto in presenza di correnti o pressioni idrauliche (tratti ondosi, risucchio e rigonfiamento, ecc.). Per pressioni meccaniche di lieve entità è importante che la messa in opera avvenga al livello intermedio delle acque: deve quindi essere assicurata una continua fornitura di umidità in ogni caso. In ambienti in cui è presente un ristagno di acqua solo temporaneamente le stuoie vegetate a elofite non sono idonee o possono essere utilizzate solo previo approvvigionamento supplementare di acqua. Anche per gli specchi d’acqua, ad esempio laghetti cittadini nei parchi o bacini di ritenzione per l’acqua piovana con livelli di acqua non stabili l’uso le biostuoie vegetate a elofite Armaflor® va limitato a casi specifici. Per questi interventi esistono alternative più idonee quali i Materassi rinverditi Armaflor® Tipo GM.

L’esperienza di anni ha mostrato che esiste una correlazione diretta tra la densità delle piante e lo sviluppo di un canneto sulle rive di uno specchio di acqua. Ogni biostuoia vegetata a elofite Armaflor® è dotata di 16 piante/m2. Generalmente vengono aggiunti circa 4 pezzi/m2 di piante che non hanno una funzione antierosiva, ma solo estetica. Si tratta soprattutto di piante florigene, che alleggeriscono l’immagine complessiva: la stuoia pronta per la messa a dimora ha una densità di 20 pezzi/m2.

Sulla base dell’esperienza maturata nel campo dell’ingegneria naturalistica sono stati sviluppati schemi standard di composizione vegetale e di messa a dimora che garantiscono una grande sicurezza del successo dell’inerbimento permettendo, nel tempo, l’affermazione di strati di flora autoctona.

Biostuoie vegetate a elofite 2

Biuostuoie vegetate a elofite 3

biostuoie vegetate a elofite 4

radici elofite 4